Il giro del mondo in… tante birre: Curaçao colorata

In questa tappa del Giro del Mondo in Tante Birre si resta nel Mar dei Caraibi, navigando verso sud e avvicinandosi alle coste del Venezuela, si approda sull’isola di Curaçao.

Nazione costitutiva dei Paesi Bassi, fa parte delle Isole Sottovento ed è la più grande delle Isole ABC: A come Aruba (leggi qui) e B come Bonaire.

L’origine del nome è ancora incerta, si pensa possa derivare dal portoghese “coração” che significa “cuore” oppure da un termine nativo che indica il popolo stesso.

Scoperta dall’esploratore spagnolo Alonso de Ojeda (1499), passa sotto il controllo degli olandesi nel 1634, che nello stesso anno fondano la capitale Willemstad, in onore del principe Guglielmo II d’Orange.

Questa città è un vero gioiellino di architettura. Il design delle costruzioni riprende lo stile tipico dei paesi del nord Europa e le facciate degli edifici storici sono, addirittura, dipinte con tinte pastello. Questa tradizione è nata da un’esigenza molto particolare. I muri bianchi delle case, infatti, colpiti dalla forte luce tropicale, accecavano letteralmente i cittadini che soffrivano di seri problemi alla vista. Così, agli inizi dell’Ottocento, il governatore olandese Kikkert decide di cambiare il colore a tutte le pareti esterne.

Edifici colorati a Willemstad

Per questa perla dei Caraibi comunque non è stato tutto rosa e fiori. Data la sua posizione strategica, diventa uno snodo importante per la tratta degli schiavi africani. E la scoperta del petrolio acuisce le tensioni sociali tra il popolo creolo, sfruttato e sottopagato dall’industria estrattiva. Il vento della rivoluzione cubana arriva fino a qui e la rivolta scoppia nel 1969.

Oggi, il turismo è il volano dell’economia insieme ai servizi finanziari, agevolati, anche, da un regime fiscale favorevole.

LA STORIA DELLA BIRRA SULL’ISOLA DI CURAÇAO

Le prime birre sull’isola di Curaçao appaiono, probabilmente, durante il periodo coloniale olandese per dissetare i nuovi abitanti europei. Ma le cronache riportano solo notizie frammentarie a riguardo. Per avere informazioni più complete, bisogna aspettare l’apertura del birrificio “Antilliaanse Brouwerij” nel 1960, con sede nella capitale. Una costola di “Amstel Brouwerij” fondato ad Amsterdam nel 1870.

Da qui, a partire dagli anni ’50, il marchio si diffonde nel mondo e soprattutto nei territori controllati dalla corona olandese, come Suriname e, appunto, Curaçao. Sull’isola lo stabilimento rimane operativo fino al 2005, poi, per motivi finanziari, chiude i battenti, nonostante il gruppo Amstel faccia parte del colosso Heineken dal 1968.

Ancora oggi, comunque, la Amstel Bright, prodotta ormai in terra natia, è una delle birre di importazione più consumate a Curaçao. Altre Lager molto popolari sono la “Polar” del Venezuela e la “Brion”, etichetta di Heineken, realizzata sull’isola di Santa Lucia (Piccole Antille).

L’egemonia delle birre industriali, però, inizia a vacillare intorno al 2014. L’inaugurazione del primo birrificio artigianale dell’isola dà il via ad una piccola Craft Revolution. Infatti, a cavallo della pandemia da COVID-19, si affacciano sul mercato altre due nuove realtà.

Leggete il prossimo capitolo per scoprire tutto.

I BIRRIFICI PIU’ IMPORTANTI DI CURAÇAO

Fare a spallate con i big dell’industria brassicola non è per niente facile. Ma tre temerari si sono buttati nella mischia. Ce la faranno le birre dei nostri eroi a conquistare Curaçao?

– Il primo birrificio di Curaçao: SERBES KORSOU – MONTANA BEER

Fondato nel 2007 da Ivan Montaña, imprenditore colombiano, inizia la produzione nel 2014. La sede attuale, nella capitale Willemstad, è l’edificio storico “Landhuis Granbeeuw” acquistato nel 2018. Il complesso con annessa taproom si chiama “Montana Bierhuis Village”.  Il nome del birrificio, invece, deriva dalla lingua creola papiamento: Serbes (birra) Korsou (di Curaçao).

BLOND BEER: birra chiara ad alta fermentazione di ispirazione inglese. Golden Ale luppolata dai sentori fruttati, dal finale piacevolmente amaro. Gradazione alcolica: 4,6%

RED BEER: birra ambrata ad alta fermentazione che richiama le Irish Red Ale. Maltata e dati toni caramellati rifrescata dall’equilibrio dato dalla luppolatura. Gradazione alcolica: 5%

OTROBANDA CURACAO BEER: birra chiara ad alta fermentazione che si rifà alle IPA britanniche, dove le note floreali ed erbacee del luppolo sono ben bilanciate da quelle maltate. Gradazione alcolica: 6%

– Il birrificio artigianale “più giramondo” di Curaçao: TIKI MAS SERBES

Fondato nel 2020 nella capitale dal birraio anglo-olandese Jon Symonds. La ventennale esperienza nel campo ricettivo maturata in Portogallo, Australia e Inghilterra, lo spinge a provare l’avventura nei Caraibi e nel 2015 si trasferisce sull’isola.

Le sue creazioni hanno sempre un tocco personale dato dall’uso di ingredienti tipici. Il nome, suggerito dalla compagna di Jon che cura anche la comunicazione del birrificio, è un gioco di parole che lega la cultura polinesiana a quella locale.

Una delle birre del birrificio Tiki Mas Serbes di Curaçao

SURF’S UP: birra chiara ad alta fermentazione. Session IPA con aggiunta di frumento che regala una nota acidula in più a quelle fruttate ed agrumate della luppolatura. Gradazione alcolica: 4,5%

COFFEE IPA: birra ambrata ad alta fermentazione. Una India Pale Ale con aggiunta di caffè. Le note agrumate e resinose dei luppoli si fondono piacevolmente con le note maltate di cioccolato. Gradazione alcolica: 6,4%

TIKI STOUT: birra scura ad alta fermentazione. Una Stout dove le note di cioccolato, caffè e caramello sono le protagoniste assolute. Corposa e complessa. Gradazione alcolica: 6%

– Il birrificio artigianale “più femminile” di Curaçao: SWINGING OLD LADY BREWERY

Nel 2019 un gruppo di imprenditori locali ha l’idea di ristrutturare un edificio storico e trasformarlo in birrificio artigianale. Ma l’arrivo del COVID-19 blocca tutto. Durante il lockdown, per non stare fermi, i soci creano il marchio di birra “Brasa” collaborando con un produttore olandese.

Una volta terminata la pandemia, il gruppo torna all’opera e finalmente il birrificio con annessa taproom apre le porte nel 2024. Il nome si ispira all’iconico ponte di barche “Queen Emma” che collega i quartieri storici di Punda e Otrobanda, chiamato anche “la vecchia signora che dondola”.

Due boccali di birre ambrate di Swinging Old Lady Brewery a Curaçao

WAKA WAKA: birra chiara ad alta fermentazione ispirata alle Witbier belghe. La scorza d’arancia e di limone dona freschezza mentre il coriandolo e il cumino regalano una piacevole speziatura. Il tocco tropicale del luppolo fa il resto. Gradazione alcolica: 4,7%

RUMBA: birra ambrata ad alta fermentazione. Una IPA rustica prodotta con segale e 5 luppoli. Resinosa, agrumata e tropicale. Profonda e dissetante. Gradazione alcolica: 6,1%

POCO POCO: birra scura ad alta fermentazione che si rifà alle Porter britanniche. Le note maltate di caffè e cioccolato sono rinfrescate da un’elegante luppolatura inglese. Gradazione alcolica: 5,6%

Breve nota finale: il legame di Curaçao con le birre è molto più profondo di quello che riporta la storia brassicola dell’isola. Grazie alla Compagnia Olandese delle Indie Occidentali, infatti, la buccia di arancia amara Curaçao (o Lahara) è diventata l’ingrediente caratterizzante per uno stile classico belga, quello delle birre Blanche o Witbier.

PROSSIMA TAPPA: si torna in Europa attirati dal canto fascinoso di una graziosa sirena.

Le foto delle etichette sono gentilmente concesse da Mario Bughetti – per info: www.facebook.com/mario.bughetti


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