Certe emozioni bisogna fissarle quando sono ancora calde.
Da poco sono rientrata alla “base” dopo aver trascorso due giorni che non avrei mai immaginato di vivere così intensamente.
Hospitality Riva, per me, non è stata solo una fiera del settore Ho.Re.Ca dove presentare e far conoscere ad un pubblico più ampio prodotti e servizi, ma è stata una cartina al tornasole perché mi ha confermato che la scelta di vita fatta un anno fa è proprio quella giusta e che il percorso di formazione intrapreso da molto prima è la via da perseguire sempre.
Vi ricordate il personaggio dei cartoni animati della Warner Bros. chiamato Taz? Il diavoletto della Tasmania che roteava in un turbine? Ecco quel turbine rappresenta le mie emozioni e qui ve ne voglio raccontare tre in particolare.
La prima è che ho avuto l’onore e il piacere di lavorare fianco a fianco di due persone veramente speciali come Gemma e Roberto di Birra La Dama. Prima di questa occasione non ci eravamo mai incontrati di persona, solo sentiti al telefono o via messaggio, ma appena ci siamo presentati e ci siamo guardati negli occhi è subito scattata una scintilla magica….è stato come se ci fossimo conosciuti da sempre, una sintonia quasi incredibile e tante piccole cose in comune: dal sapere a memoria le battute dei film di Carlo Verdone (…e come sono ‘ste olive? Di’ la verità!!…So’ greche…) alla squadra di calcio del cuore, la Sampdoria (tengo a precisare, quella di mio marito!!!) fino alle origini delle nostre famiglie.
Ma la cosa più importante è che attraverso la degustazione delle loro birre mi hanno permesso di entrare nel loro mondo e di far parte del loro viaggio, anche se per pochi giorni. Eh sì perché La Dama è sempre in viaggio, è sempre alla ricerca di nuovi orizzonti senza però mai dimenticare, neanche per un attimo, né le proprie radici né i propri legami. La Dama è proprio come me.
La seconda emozione è che ho avuto la possibilità di confrontarmi con due Beer Sommelier d’eccezione: Chiara Rubinato e Fiona Monni, due donne da cui posso solo imparare. Noi tre sommelier insieme a tre birraie (Birra La Dama, Birrificio Impavida, Birrificio 5+) abbiamo condiviso il palco durante una degustazione collettiva organizzata dall’associazione “Le Donne della Birra” (come avrete già letto in questo post).

Chiara Rubinato e il Birrificio Impavida hanno presentato la birra “Pelèr“, una Pilsner che prende il nome dal vento fresco di tramontana che soffia da nord sul lago di Garda ed è la gioia dei surfisti. Una birra fresca e dissetante ideale dopo una corroborante giornata di sport.
Fiona Monni e il Birrificio 5+ hanno proposto la birra “Shirin Persia“, una American Wheat con l’aggiunta di zafferano persiano puro e dal risvolto sociale: il progetto aiuta i piccoli produttori iraniani a rendere sostenibile la propria attività. Shirin significa “dolce” ed è in effetti la sensazione che regala questa birra.
Ed infine io e Birra La Dama abbiamo raccontato “La Ciao Frank”, una birra in stile Belgian Strong Ale nata per ricordare una persona speciale che non c’è più, un abbraccio avvolgente che scalda il cuore. Chicca del birrificio? Le etichette delle bottiglie, ognuna rappresenta la storia che sta dietro ad ogni birra e nasconde un divertente gioco: dove si nasconde il gufetto simbolo del birrificio??
Non solo abbiamo raccontato le birre più rappresentative ma abbiamo voluto lasciare al pubblico anche un “sorso” delle nostre esperienze lavorative e personali. Un bellissimo momento di interazione, scambio e divertimento.

E ultima emozione, solo in termini cronologici, è aver incontrato per la prima volta Lorenzo “Kuaska” Dabove, il massimo guru di birra, quasi una figura mitologica!!! L’occasione si è presentata durante la serata organizzata dal Birrificio Impavida che ha aperto le sue porte a noi socie ma non solo anche a Kuaska e a Lorenzo Dardano (Il Lawrence di Radiofreccia). Tra le impavide birre e l’ottima pizza gourmet, Kuaska ha fatto una scoperta che l’ha lasciato senza parole (e ho detto tutto!)….ha scoperto che anch’io sono tifosa del Genoa. Ma l’eccitazione iniziale, poco dopo si è trasformata in un abisso di tristezza infinita quando gli ho confessato che mio marito è sampdoriano…un velo di amarezza è calato sui suoi occhi…così ho cambiato discorso immediatamente e la serata è filata liscia grazie anche alle spine della taproom Impavida!!
Per me questo incontro era già sufficiente per far partire il turbine, ma non sapevo che il giorno dopo sarebbe andata anche meglio.

Kuaska, infatti, si è fermato allo stand di Birra La Dama e ha chiesto di assaggiare due birre, sottolineando, testuali parole, “Stupitemi!”. Detto fatto, la scelta è ricaduta su una birra affumicata “La Fumarola” in stile Rauch Ale e una birra di d’abbazia “La Ciao Frank” in stile Belgian Strong Ale. Il più bel regalo è stata la sua espressione di sorpresa e di soddisfazione nell’aver bevuto due birre così speciali, il tutto condito da aneddoti pazzeschi, storie e preziosi consigli. La classica ciliegina sulla torta!!!
Se non mi fossi iscritta all’associazione “Le Donne della Birra”, tutto questo non sarebbe successo. Grazie Donne!
Ecco, qui avete trovato un piccolissimo esempio di ciò che può regalare il mondo della birra se viene vissuto a 360° tra bevute, studio e viaggi…e io lo voglio vivere così!